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Matteo Renzi: le inchieste, la politica, il futuro

Matteo Renzi: le inchieste, la politica, il futuro

Autore: Susanna Schivardi - Redazione Politica
Data: 10/03/2017 06:40:20

Matteo Renzi a Porta a Porta alla vigilia dell’appuntamento del Lingotto del prossimo fine settimana. Per provare a tornare segretario del Pd e candidarsi alle primarie. Ma in questo momento storico, quanto pesa l'inchiesta Consip?  Quanto preoccupa il governo l’aumento dell’Iva e le tasse?

Matteo Renzi da sempre è interessato ai contenuti, anche se adesso al governo c’è Gentiloni, “l’importante è che si risolvano i problemi, altrimenti che cosa proporremo ai nostri figli?”, inizia il suo intervento in puntata.

L’Italia non è isolata e quindi l’Europa non può che essere motivo di riflessione. Sull’Europa però, ribadisce Renzi, c’è bisogno di un pensiero comune, e non uno slogan come è successo in passato, usato per fare propaganda. Intanto l’Europa va cambiata, soprattutto nell’ambito dell’immigrazione; giusta la politica di accoglienza ma che non riguardi soltanto l’Italia, visto che gli immigrati arrivano spesso sulle nostre coste e poi l’Europa si limita a scrivere la letterina di ringraziamento. 

Gentiloni reggerà fino al 2018? Matteo Renzi si augura che almeno si “facciano le cose”. Mette sul piatto le tasse e il debito italiano. Quindi lancia l'unione fiscale, un grande tema grazie a cui si porta a casa consenso. A quanto dice l’ex premier,  con Gentiloni c è  pieno accordo, e spera che in questo anno si parli di cose concrete come il progetto delle periferie, vedi Napoli o Siracusa e altri posti da riqualificare. È bene pensare a quelli che stanno peggio. Così Vespa rilancia la possibilità che Renzi si candidi alla presidenza del consiglio e porge il fianco per parlare di legge elettorale. Renzi ribadisce di aver perso, di non avere un vitalizio e di non essere un disoccupato ma su questo non vuole scherzare. Sostiene di non aver portato a casa niente, di non aver ottenuto benefici e che con la sua uscita di scena l Italia ha un po’ perso. Prima del referendum lo accusavano di deriva autoritaria e adesso ci si lamenta del proporzionale.. 

Il sistema delle due camere è sempre incerto, dove non vince davvero nessuno. E' stanco del discorso sulle alleanze, sui giochi fatti dai parlamentari. Che siano i cittadini a scegliere le alleanze.

Dalle alleanze politiche ai vaccini,  riferendosi alle ultime parole di Emiliano Orlando col quale si trova in pieno disaccordo “sui vaccini non si deve scherzare, non si può giocare con la vita della gente solo per qualche voto in più”. 

Poi il tasto dolente, l’inchiesta Consip. 

Matteo Renzi chiarisce subito che la posizione da figlio è  molto diversa dalla figura istituzionale, quindi non può giudicare e si rimette a quella che sarà la decisione dei giudici. Chiede che si vada a processo e ci sia una sentenza. La sentenza non può essere quella dei giornali perciò vuole stare fuori dalla vicenda giudiziaria. Lui da figlio vive la dimensione umana ma è  anche rappresentante delle istituzioni e fa di tutto perché i processi siano fatti e anche in tempo breve. 

Chiarisce che il padre non ha mai approfittato della posizione del figlio è che non ha da difendersi per conflitto di interessi. Su questo non ha nulla da imparare da nessuno. Fa autocritica ma la vicenda Consip non lo preoccupa. Quando Grillo ha scritto sulla rottamazione, Matteo ha risposto per difendere la sua posizione e per lui non c è  legame di sangue che venga prima della giustizia. 

Un paese normale presuppone il processo ma Virman Cusenza de il Messaggero si incunea e sottolinea che i protagonisti dell'inchiesta sono tutti toscani. Forse troppi. Quasi a pensare ad una cosca. Ma Renzi non accetta il termine cosca. E ride del reato di toscanita'. Forse inopportuno. "Se lo avessi saputo avrei portato la cartina dell’ Italia con le bandierine". 

Cusenza continua a mescolare l'inchiesta con l'apparenza e l'idea che Matteo Renzi ha dato di sé. Per l'ex premier ripensare agli errori non è faticoso, anzi fare scatoloni e andare via è  umanamente un evento molto forte. "Chi non ha paura della verità è   innocente e non ha paura nemmeno dei processi". Quando la Raggi ha ricevuto avvisi di garanzia lui l'ha difesa contro tutti i pronostici, cosa che i cinque stelle non hanno fatto. Sul ruolo dei giornali Renzi dice  "condivido il ruolo della stampa, voi avete il dovere di parlare di tutto ma chi ruba e chi non ruba lo deve decidere la magistratura. Tuttavia in passato ci sono state inchieste che sono arrivate a nulla di fatto allora ho chiesto ai cittadini di ricordarselo bene. “Tornando a Lotti io dico - continua Renzi - che lui, insieme a Tullio del Sette, comandante generale dell ' Arma dei Carabinieri, sono accusati di rivelazioni di segreti di ufficio. Molto grave. Ma è  una cosa che tutti i giorni avviene in molte redazioni di questo paese". 

Sull’aumento dell’Iva è assolutamente contrario, soprattutto in un momento difficile come quello che il paese sta vivendo, e ancora una volta ha l’impressione che sia un’idea dei tecnici. Per quanto riguarda i rapporti col Partito, Renzi non fa polemiche ma pensa che alla base ci siano risentimenti mentre lui pensa che la politica si faccia coi sentimenti, per questo fa i migliori auguri  ai suoi ex compagni. Il siparietto si è poi animato quando Vespa ha toccato il tasto canone, e gli investimenti per  la Rai. Renzi ha tagliato il canone ma questo a Vespa non va giù, visto che “qui ancora andiamo avanti con le cassette”. L’ex premier ha apprezzato l’attaccamento del conduttore per la propria azienda e poi parlando di aziende vien fuori la Fiat, salvata da Marchionne perché è andato in paesi dove il peso fiscale è meno pressante. Perché non fare un’unione fiscale in Europa, invece di pensare ai tagli delle tasse come già col governo Prodi, quando i cinque punti non hanno portato i risultati sperati? Matteo Renzi, uscito “senza seggiolina” si rimette in corsa? Salvezza o dannazione dell’Italia? Vedremo.

 

 


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